Andrea Z. nell’anno 2006 è andato ad aiutare lo zio Padre Mario Z. di Montecchio che da 25 anni lavora imperterrito in questo paese africano nonostante le tante vicissitudini e guerre civili. Il grande Padre Mario proveniente dalla nostra soca della Piana di Valdagno, si è insediato in questo villaggio portando una nota di gioia, prosperità e insegnamenti. Stà tuttora proseguendo in un grande progetto missionario mettendo tutta la sua forza di volontà e umanità.
A nome di tutti gli Z. del mondo gli auguriamo, che la forza di continuare in questo progetto sia sempre presente nella sua vocazione e noi tutti sempre lo pensiamo e gli auguriamo tanta forza di volontà da buon Zarantonello.
GZ Sirmione.

Beh della storia dello zio non sò molto, ma quell’alone di mistero su cosa faceva in Africa e perchè mi ha attirato molto, in più lo zio Mario è una persona carismatica, ma votata a stare nelle retrovie, mai in vista, come dire è un tipo schivo, ma allo stesso tempo capace di stare con la gente, generalmente sereno e solare.
Queste sue doti mi hanno invogliato a capire di più, di inserirmi nel suo vivere quotidiano per scoprire come mai l’Africa lo attirasse così, perchè anche davanti alle difficoltà (non poche anche la guerriglia) lui è rimasto con la “sua gente” così dice,”sua gente, è veramente un gran senso di famiglia….così nel 2005 ho scelto di organizzarmi per partire per l’Africa….l’otto dicembre 2005 ero all’aeroporto con una cugina di Mario pronto per partire, stranamente senza nessun tipo di aspettativa, con il cuore aperto a qualsiasi situazione….(già mia sorella qualche anno prima era andata a trovarlo in Africa) ma non mi ero fatto raccontare nulla per non crearmi idee storpiate!
Il mio è stato un breve assaggio di 20 giorni di vita africana….ma penso mi resteranno nel cuore per tutta la vita!
Arrivato in aeroporto la prima impressione è stata quella di buio….ebbene si, sono arrivato alla sera, ma oltre alla pista illuminata non si vedeva nulla, (non c’era tutto quell’inquinamento luminoso che c’è qui). I giorni successivi mi sono calato lentamente nella vita africana,le cose che più immediatamente hanno impattato nella mia mente sono state; il caldo, i profumi, e colori, la socialità della gente,i sorrisi, e non di poco i ritmi: lenti e cadenzati, ma non meno produttivi !!
Lo zio mi ha lasciato vivere la mia Africa, con le mie esperienze, quindi con il mio inglese scolastico, ho iniziato a socializzare e mi sono addentrato nella società fatta di molti giovani, con tanta voglia di fare, all’interno della scuola c’era un gran movimento anche se le lezioni erano terminate per la pausa natalizia. Superato il primo impatto ho iniziato a svolgere dei semplici compiti assieme ai ragazzi della scuola, per costruire le arnie che poi sono state posizionate vicino ai villaggi, per la coltivazione del miele (fin’ora le arnie che loro utilizzavano dovevano essere bruciate per svolgere la raccolta,con la conseguente morte di molte api, con questo sistema si spera di riuscire a non uccidere le api.)
I lavori svolti dalla comunità di giuseppini è varia, principalmente è la scuola che li impegna, ma la struttura comprende una scuola primaria (elementari) e una secondaria (centro di formazione) dove i ragazzi oltre ad una cultura svolgono attività pratiche con campi che variano dal carpentiere, falegname, meccanico auto e meccanico, saldatore, ora si stanno impegnando per effettuare corsi per infermieri e chimici, in collaborazione con l’ospedale del Fatebenefratelli (spagnolo), queste attività si intrecciano con una scuola “esterna” fatta dai contadini per aiutare a aumentare la produzione e la qualità con la costituzione di cooperative, il creare collaborazioni aiuta i villaggi a difendersi da persone che ribasserebbe i prezzi dei raccolti a discapito di quest’ultimi…quindi l’operato dei padri si prefigge di aiutare a crescere questi villaggi anche con la costruzione di pozzi per l’acqua e di magazzini per lo stivaggio del riso.
Il villaggio non riceve gli aiuti belli impacchettati, il progetto è pensato per aiutare a crescere, quindi tutte le opere vengono realizzate da persone dei villaggi e con l’aiuto di personale addestrato dal centro.
Oltre alle cooperative agricole si sono costituite piccole realtà di lavoro come muratori, costruttori di pozzi, e inoltre realtà operaie seguite sempre dai giuseppini, per lo sviluppo di queste realtà si sta creando una zona artigianale dove creare occupazione per i ragazzi usciti dal centro di formazione, quindi come si vede tutto è ben legato nella prospettiva di creare cultura e opportunità!!
Io immagino che in un prossimo futuro questo paese Africa anche con l’aiuto di tutti noi riuscirà a riscattarsi, già i padri stanno delegando ai nuovi preti africani il compito in modo da renderli autonomi e in grado di costruirsi un futuro più libero
Andrea Zarantonello
Montecchio Maggiore (VI)