2° Raduno Nazionale
Certo, ne abbiamo avuta un’altra dopo due anni, questa volta alla Piana di Valdagno, paese dal quale provenivamo. Però ci sono degli antefatti che vi vorrei raccontare: nel 1990, mio papa’, il paron Giovanni, titolo onorifico che gli venne dato durante la prima festa, stette male. Aveva avuto un brutto ictus nel 1987 e, anche se si era ripreso, questo aveva fermato le sue ricerche; fummo io e i miei fratelli che alla fine organizzammo, al lato pratico, la festa anche perche’ volevamo renderlo felice portando avanti questo sogno che accarezzava da tanto tempo. Quando nel 1990 e’ stato male di nuovo, e’ stato chiaro che non si poteva proprio occupare dell’organizzazione di queste feste; per questo abbiamo preso in mano tutta la macchina organizzativa, e ne e’ uscita la festa della Piana .
Ma scusa, tu hai detto che tuo papa’ venne chiamato paron, ma cosa vuol dire?
Il titolo di “Paron” e’ un titolo onorifico di origine Veneta, che veniva assegnato al capo del Casato, il “paron de casa”. Per noi e’ un titolo che viene dato ad honorem al piu’ anziano e rappresentativo di tutte le famiglie Zarantonello.
E’ infatti il Paron, il capo ideale della nostra grande famiglia, come un simbolo che ci unisce tutti, indipendentemente dalla provenienza. Va bene, e stavi dicendo di tuo papa’…. Si, dato che non stava per niente bene decidemmo di organizzare noi la festa dell’anno successivo; Aldo, il maggiore di noi fratelli prese un po’ le redini della situazione: inizio’ a contattare famiglie di Roma, di Bologna, di Milano, cercando i nominativi sulle guide del telefono delle varie province. Se inizialmente la risposta fu abbastanza tiepida, il fatto di andare personalmente a conoscere questi Zarantonello anche per sensibilizzarli all’idea della festa, ebbe un effetto anche un po’ insperato: infatti alla Piana eravamo in 500 e qui iniziavano ad esserci un po’ tutte le rappresentanze italiane. C’erano infatti i romani, i bolognesi, i milanesi, i mantovani, i veronesi oltre ai soliti bresciani, vicentini e emiliani. Era il 1991. Quell’anno ci trasferimmo, noi di Brescia e di Novellara, alla Piana per due giorni perche’ tutto fosse pronto per l’arrivo degli Zarantonello, e alle spalle c’erano sei mesi di preparativi: erano stati stampati i volantini, le piantine del ristorante, in modo che tutti avessero il loro posto a sedere ancora prima di partire: abbiamo cercato di fare in modo che tutto fosse il piu’ agevole possibile. Fu in quel periodo che conoscemmo Arciso “sindaco” della Piana (cosi’ infatti viene chiamato anche se in realta’ non lo so), Giannino dei tomasoni, Paolo di Vicenza e Paolo di Novellara che ci diedero un grosso aiuto per organizzare questa festa: si creo’ una rete di collaboratori nei vari paesi, in modo che ognuno si occupasse della “sua gente”. Sembrava una vera e propria invasione: in un paesino di cinquecento anime (nel centro, dato che la Piana e’ un paese che occupa una grande estensione e formato per lo piu’ da contrade dislocate al di fuori del centro) sembrava non ci fosse posto per chi non era Zarantonello, per quel fine settimana. Fu quell’ anno che i giornali iniziarono a parlare della “Saga degli Zarantonello”, che e’ rimasto negli anni e per le successive edizioni della festa. E se il pranzo quell’ anno era stato fatto in un ristorante, per comodita’, non era comunque mancato il solito rinfresco di cibi tipici delle varie zone: c’era il pane fatto nel forno a legna dei “Tomasoni”, il grana e gli affettati di Reggio Emilia e il vino lugana del Garda. Culmine della giornata e’ stata la Santa Messa : non e’ mai mancata infatti in queste nostre feste il momento liturgico, proprio per ricordare le nostre origini di famiglia contadina legata ai valori cristiani; il momento piu’ importante della Messa, infatti, e’ per noi quello dell’offertorio, in cui portiamo all’altare la “socca”, simbolo delle nostre radici. Cio’ che vogliamo trasmettere ai nostri figli, infatti, e’ l’importanza della nostra provenienza, dell’operosita’ che deriva proprio dalle nostre origini contadine e che ha fatto la fortuna di tanti di noi che ora hanno le loro aziende avviate, del nostro essere una “Famiglia” legata dagli stessi valori e principi, nonostante la distanza. Durante quella festa, poi, abbiamo portato il primo albero genealogico, che veniva dalle ricerche fatte da mio papˆ negli ultimi sei anni. In quell’occasione anche gli altri Zarantonello si appassionarono all’idea di ricostruire la genealogia e un po’ tutti si impegnarono a rintracciare la loro; questo, unito alle ricerche di Giannino, nostro ricercatore storico ufficiale, in archivi comunali e parrocchiali e in libri, porto’ alla costruzione di tre alberi genealogici, che vennero esposti per la prima volta durante la terza festa degli Zarantonello a Muzzolon. Qui vennero corretti degli errori e aggiornati da coloro che c’erano, e si riusci’ a riunirli in parte in un albero piu’ grande; durante la quarta festa degli Zarantonello erano stati presentati quattro alberi genealogici di cui una risaliva fino al 1600 e riuniva gran parte delle famiglie presenti .
Se non sbaglio poi con la terza festa avete allungato i tempi, vero?
Abbiamo portato la decorrenza delle feste da biennale a quadriennale; questo per due motivi: prima di tutto perche’ purtroppo nel 1993, data in cui avremmo avuto la terza festa, il Paron Giovanni era stato male e quindi non fummo in grado di darci da fare per l’organizzazione della festa. Purtroppo infatti l’anno dopo mio papa’ mori’ e questo fu un grave lutto per tutti noi: oltre che mio papa’ moriva il primo Paron degli Zarantonello. Il secondo motivo che ci indusse a mantenere anche per le feste successive la decorrenza quadriennale, fu il fatto che l’organizzazione della festa era troppo impegnativa, per quel che riguarda sia il tempo dedicato, sia l’impegno organizzativo.